Sulle orme di Bora Milutinović

Velibor Milutinović detto Bora (7 settembre 1944) è un allenatore di calcio ed ex calciatore serbo.

È uno dei due allenatori ad aver allenato cinque Nazionali differenti ai Mondiali: Messico (1986), Costa Rica (1990), Stati Uniti (1994), Nigeria (1998) e Cina (2002); condivide questo record con il brasiliano Carlos Alberto Parreira. È anche stato il primo allenatore a portare quattro squadre diverse dopo il primo turno, prima di fallire con la Cina.

Milutinović iniziò ad allenare per alcuni anni nel Pumas, squadra in cui aveva chiuso la carriera di calciatore, ma le sue imprese eclatanti iniziarono proprio con la nazionale del suo paese adottivo: il Messico ai Mondiali casalinghi del 1986. Bora condusse la sua squadra, vera rivelazione del torneo, fino ai quarti, dove venne sconfitta ai rigori dalla Germania Ovest.
Dopo questa esperienza, Milutinović lasciò l'incarico da CT del Messico per allenare la Costa Rica, nazione senza una tradizione calcistica: raggiunge l'impresa della qualificazione mondiale e si presenta ai Mondiali italiani del 1990, dove anche questa volta la squadra di Milutinović si rivela la sorpresa della manifestazione. Schierato con un solido 4-4-2, esordisce battendo la Scozia, cede di misura al Brasile e conquista il passaggio del turno sconfiggendo 2-1 la Svezia; si ferma solo agli ottavi contro la Cecoslovacchia.

Nel 1994 raggiunge la panchina degli Stati Uniti, paese che avrebbe ospitato il Mondiale; la squadra a stelle e strisce raggiunge l'obiettivo prefissato, ma in modo tutt'altro che brillante: ripescati come migliori terzi, si imbattono nel Brasile (futuro campione) e sono eliminati per 1-0.

Dopo due anni di nuovo sulla panchina del Messico (1995-1997), nel 1997 Milutinović viene chiamato dalla Nigeria per i Mondiali 1998. Quest'esperienza è forse quella che più entusiasma il "vecchio ragazzo": ha a disposizione una squadra ricca di talenti, ragazzi forti tecnicamente e dai grandi mezzi fisici. La nazionale africana batte la Spagna (papera di Zubizzarreta) e la Bulgaria e qualificazione conquistata. Sembra che Milutinovic abbia compiuto l'ennesima magia: riuscire nell'intento di coniugare l'immenso talento dei vari Okocha, Amokachi, Finidi e Oliseh con un gioco corale ed un vero spirito di squadra. Agli ottavi però i danesi demoliscono la squadra africana, tornata l'allegra armata anarchica di un tempo. Questa è forse la più grande delusione della carriera di Bora.

Dopo il Mondiale francese segue una breve esperienza con i New York Metrostars nella Major League Soccer, ma si capisce che il suo ruolo è quello di selezionatore, non di allenatore di club, come già si era intuito in precedenza nel 1987 quando aveva allenato il San Lorenzo e, per sole nove partite, l'Udinese in Serie B (esonerato perché schierava uno spregiudicato modulo offensivo).

Arriva così nel 2000 la chiamata dalla Cina per la qualificazione al Mondiale 2002 nei vicini Giappone e Corea del Sud. Milutinović riesce a qualificare la nazionale asiatica per la manifestazione, ma questa volta la sua squadra viene eliminata al primo turno.

Nel 2003 Bora firma per l'Honduras ma si dimette nel giugno 2004. Dopo una breve esperienza in Qatar con l'Al-Sadd, il 16 novembre 2006 diventa allenatore della Giamaica, per tentare nuovamente un'altra qualificazione "impossibile" e rilanciare la sua immagine di profeta del calcio nel mondo, dopo le ultime due esperienze poco gratificanti e, dall'aprile 2009, è diventato selezionatore dell'Iraq.


E’ soprannominato “l'allenatore giramondo” ma anche “lo zingaro”, “l'uomo delle missioni impossibili”......... di certo Milutinovic è un personaggio! Abituato ad accettare le sfide più ardue, pronto a portare alla ribalta squadre dal modestissimo palmares.

Riuscirò a fare di meglio? Sicuramente partirò da un livello molto più basso del suo….dal più basso in assoluto.

E’ una nazione asiatica che ha la bandiera rosso/nera…..indovinate!